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Pipistrelli, nello Spezzino una maxi colonia da 755 esemplari e un sito con specie rare a un passo della città


L’altra sera il Punto incontro della Coop di Via Saffi ha ospitato una dettagliata panoramica sui pipistrelli, con un approfondimento sulla loro presenza nello Spezzino. Occasione, il terzo appuntamento di “Natura, ambiente, territorio: la conoscenza scientifica come base per la gestione e tutela del territorio spezzino”, ciclo di seminari a cura dei soci della Società naturalistica spezzina. Relatrice la naturalista Denise Trombin, dottoranda all’Università di Torino con un progetto sullo studio degli impatti naturalistici derivanti dalla costruzione di grandi opere su chirotteri e lepidottero eteroceri, nonché impegnata in attività di monitoraggio e ricerca sui pipistrelli, in particolare in Liguria (36 le specie presenti in Italia, 27 delle quali riscontrate anche nella nostra regione) e Piemonte. La biologa ha innanzitutto proposto al numeroso pubblico una approfondita disamina sulla biologia dell’unico mammifero volante e ha inoltre sfatato alcune false credenze ad esso associate (spiegando ad esempio che: non si attacca ai capelli né li fa perdere; tranne per una specie extraeuropea, non succhia il sangue; i suoi parassiti non attaccano l’uomo; il guano non è pericoloso dal punto di vista igienico-sanitario se si ha un comportamento corretto, come occorre fare con gli escrementi in generale), illustrandone altresì degli aspetti ‘record’, tra cui la longevità: nonostante quel che si potrebbe pensare per analogia con altri animali di dimensioni limitate, i pipistrelli possono arrivare a venti, venticinque, trent’anni; e ci sono casi documentati di highlander che hanno superato i quaranta: un aspetto, ha spiegato Trombin, che ha visto l’attivazione di una serie di ricerche specifiche per capire se sia possibile, studiando gli inossidabili chirotteri, portare giovamento alla salute umana. La relatrice ha sottolineato inoltre che i pipistrelli, protetti dalla normativa euopea, nazionale e regionale, “sono animali specializzati e sensibili, in declino a livello globale. Molto vulnerabili a variazioni ambientali, attività umane, disturbo, inquinanti, distruzione di habitat e rifugi, scontano anche leggende e falsi miti a cui vengono collegati”. E ancora, ha evidenziato che i pipistrelli sono indicatori della qualità ambientale: “Se viviamo in un ambiente dove la popolazione di chirotteri è ben strutturata e composta da più specie, significa che viviamo in un ambiente sano, diversamente vuol dire che qualcosa non sta funzionando”. E sul passaggio dei virus dai chirotteri agli altri animali, umani compresi: “Nell’intestino ospitano migliaia di virus, soprattutto coronaviridi, ma loro non ne sono affetti. Sono portatori, non ci si contagia toccandoli. L’unico mezzo per contagiarsi sarebbe il guano, ma bisognerebbe toccarlo e poi mettersi le mani in bocca”.

 

La situazione spezzina

Partendo dai siti in cui in inverno (sono i dati invernali a dare il trend di popolazione) alla Spezia e provincia i pipistrelli si raccolgono per l’ibernazione, Trombin – che nell’illustrazione, per ragioni di tutela, non è scesa nel dettaglio delle localizzazioni – è partita dal lavoro effettuato nel recente passato dell’esperta Mara Calvini, dalle cui osservazioni fino al 2013 in Liguria erano stati monitorati 121 siti invernali, di cui il 23 per cento nello Spezzino. “Arrivata a Spezia nel 2021 – ha spiegato Trombin, che con Calvini collabora – e una delle prime cose che ho fatto è stata aprire il catalogo speleologico e chiedermi quante grotte ci fossero, ed è emerso che c’erano parecchi possibili rifugi, la maggior parte dei quali non ancora controllati. Inoltre, informandomi, sono venuti fuori molti ulteriori possibili siti, tra cui miniere, cave e gallerie abbandonate, ettari ed ettari di bosco, numerosi edifici abbandonati”. Quindi, fatta questa ricognizione, il lavoro di ricerca di siti dove d’inverno si radunano pipistrelli – svolta con tutti i necessari crismi per non disturbare gli animali – è entrato nel vivo in collaborazione con il Gruppo speleologico lunense: “Da allora ad oggi abbiamo registrato 102 nuove osservazioni, riguardanti varie specie, in 27 siti diversi: 17 grotte naturali, tre miniere – più due in provincia di Genova, ma appena fuori confine -, due forti militari e cinque edifici antropici. Quest’anno ho deciso di selezionarne soltanto alcuni: quelli più interessanti infatti sono quattordici, avendo numeri un po’ più importanti”. Oltre a questi siti invernali, sono stati rilevati anche sette rifugi estivi (nursery): tre edifici, un forte più tre siti sotterranei da verificare. Una delle specie maggiormente diffuse nel nostro territorio, ha aggiunto, è il Rinoloffo maggiore. “Non è una specie antropofila. E’ legata ad ambiente sotterranei, carsici, quindi dove ci sono grotte, anche se stanno abbastanza bene anche nelle cavità artificiali. Sono sempre e solo legati ad ambiente sotterranei, tutto l’anno. Raro trovarli altrove”, ha spiegato la relatrice che con il suo gruppo di lavoro sta impostando uno studio dedicato appunto al trend di questa specie – e al Rinoloffo minore, identico al maggiore ma lungo un pollice, un terzo dell’altro – nel nostro territorio.

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Nel corso del 2024 alla partita si è unita anche la Società naturalistica spezzina, insieme alla quale sono state sviluppate attività di monitoraggio bio-acustico attraverso un sito di campionamento il quale, campionato quattro volte (giugno, luglio, agosto, settembre), ha restituito la presenza di otto specie (suddivisibili in quattro gruppi di specie) di pipistrelli: “E’ già abbastanza, soprattutto perché è un sito abbastanza vicino alla città, abbastanza importante dal punto di vista naturalistico. Significa che comunque ai bordi della nostra città abbiamo qualcosa di importante di cui prenderci cura. Delle specie trovate, alcune sono rare, altre un po’ meno. Una è il Mignottero, che siamo molto felici di aver trovato e che maggiormente sto studiando alla Spezia; e abbiamo anche Myotis, Plecotus, pipistrelli con orecchie molto lunghe, di solito legati ad ambienti forestali anche abbastanza montani: trovarli così a due passi dalla città significa che c’è qualcosa di importante qua in zona per loro”.

Ed è nello Spezzino, in una zona collinare, la colonia numericamente più importante – 755 mignotteri – i cui esemplari Trombin ha avuto modo di conteggiare nelle sue attività di ricerca tra Liguria, Piemonte e non solo. “Un numero molto grande, tra l’altro di una specie un po’ particolare. Fino a un mese e mezzo fa era l’unica colonia nota in Liguria di questa specie, poi ne è stata trovata un’altra. Crediamo che di questa specie ci siano più colonie, ma ad ora non sappiamo dove sono”, ha detto.

Ora la ricerca di Trombin e dei gruppi che la affiancano – un lavoro arricchito anche da segnalazioni occasionali – proseguirà, tra campionamenti acustici; ricerca di siti antropici, abitati o no, dove sono presenti pipistrelli; ricerca di nuovi rifugi e monitoraggio di quelli noti: in particolare, nel corso dell’inverno che sta per aprirsi, saranno attenzionati 9 dei 14 siti più popolosi e ne saranno indagati di nuovi (27 quelli in agenda).





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