ATESSA. Dopo un lungo periodo di prova, Stellantis – Stellantis Pro One, la business unit dedicata ai veicoli commerciali – ufficializza il via alla produzione del furgone elettrico (modello Ducato) nello stabilimento di Atessa in Val di Sangro, la più grande fabbrica d’Abruzzo e il più grande stabilimento d’Europa di veicoli commerciali leggeri (con una potenzialità di 1.200 veicoli al giorno). Aumentano i turni di lavoro da 2 a 2,5, ma viene lasciata, almeno per il momento, la cassa integrazione il cui nuovo ed ennesimo step è previsto dal 12 al 23 dicembre, prologo delle ferie natalizie.
Così Stellantis vuole dare un impulso alla transizione ecologica. Si chiama E-Ducato e rappresenta la seconda generazione
di propulsione Bev (elettrica) in cui è stata aumentata l’autonomia e migliorato il sistema di ricarica rapida. Il motore elettrico arriva dagli stabilimenti francesi del Gruppo Stellantis proseguendo la scelta di Stellantsi (ex Sevel) di non produrre motori in Abruzzo.
Il primo modello ad essere prodotto è la versione cabinata, best seller del mercato italiano dei veicoli commerciali con quota di mercato nel suo segmento di riferimento del 24% a fine ottobre di quest’anno.
“In Stellantis siamo orgogliosi dell’eccellenza produttiva che caratterizza lo stabilimento di Atessa”, commenta Jean-Philippe Imparato, Chief operating officer, Enlarged Europe e Ceo di Stellantis Pro One, “oggi celebriamo l’avvio della produzione dei large van elettrici per tutti i 5 brand Stellantis di veicoli commerciali come ulteriore conferma dell’impegno concreto dell’azienda in Italia. L’investimento ad Atessa per la produzione di veicoli BEV è parte integrante del piano industriale di Stellantis in Italia e segna un ulteriore passo significativo nella realizzazione del piano strategico di Stellantis Dare Forward 2030, che prevede la riduzione del 50%, rispetto all’anno 2021, delle emissioni di carbonio e con l’obiettivo di trasformarsi, entro il 2038, in una realtà tecnologica di mobilità a zero emissioni nette di carbonio”.
“Apprendiamo che ad Atessa, stabilimento d’eccellenza del gruppo Stellantis, ci sarà l’avvio della produzione dei Large Van elettrici per tutti i 5 brand dei veicoli commerciali leggeri. Ora attendiamo di conoscere meglio i dettagli dell’investimento e le ricadute occupazionali”: così commenta l’assessore regionale alle Attività produttive Tiziana Magnacca: “Notizia assolutamente positiva ma che ci spinge a sperare che possa cessare il prima possibile anche l’utilizzo degli ammortizzatori, ben sapendo che ancora le incertezze dei mercati sono tali per cui non sarà così rapido il rientro verso il regime di normalità”.
Di altro tenore il comunicato diffuso dal segretario generale Fiom Cgil Chieti Alfredo Fegatelli su Stellantis: “In prossimità dello sciopero generale del 29 novembre 2024, Stellantis ha pubblicato articoli che riportano notizie incoraggianti: la produzione di furgoni elettrici, una capacità produttiva dichiarata di 1.200 veicoli al giorno, il riconoscimento come “Miglior veicolo base camper dell’anno” e altre informazioni di rilievo. Tuttavia, è naturale interrogarsi su come queste affermazioni si concilino con la situazione attuale, che vede circa 1.500 Lavoratori in cassa integrazione. In presenza di dati così ottimistici, ci si potrebbe aspettare una verifica approfondita sull’utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria da parte dell’INPS. La realtà appare complessa. Attualmente, la produzione effettiva, causa chiusura “verniciatura vecchia” sembrerebbe essere inferiore a quanto dichiarato: si parla di una capacità produttiva reale che si aggira intorno ai 900 furgoni al giorno, con una media operativa di circa 800 veicoli. Per quanto riguarda i furgoni elettrici, le stime indicano una produzione di decine di unità. Inoltre, nonostante il premio ricevuto, la Trigano Van ha recentemente ridotto il numero del personale non rinnovando i contratti ai somministrati e ai tempi determinati. La situazione produttiva sembra risentire di criticità legate a interruzioni impreviste, che potrebbero essere attribuite alla vetustà degli impianti, e della perdita di quote di mercato. In questo contesto, le difficoltà gravano soprattutto sulle Lavoratrici e sui Lavoratori della ex Sevel e delle aziende dell’indotto. Rimane poco chiaro il motivo di questi annunci, così come non sono noti dettagli sul piano industriale. Ciò che è evidente, però, è la situazione di disagio che molte Lavoratrici e molti Lavoratori stanno attualmente affrontando”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link