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MPS e BPM: dopo il terzo collocamento, quali strategie adottare? L’analisi di SoldiExpert SCF


Il percorso verso la completa privatizzazione di MPS prosegue spedito e potrebbe concludersi entro il 2024. Le azioni MPS, infatti, sono tornate sotto i riflettori, raggiungendo nuovi massimi di periodo grazie ai risultati trimestrali, che hanno superato le aspettative del mercato. Questi sviluppi hanno riacceso le speculazioni su possibili scenari di consolidamento bancario.

In particolare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha da poco immesso sul mercato un ulteriore 15% delle azioni di MPS, un passaggio chiave verso la completa privatizzazione. L’operazione ha visto l’ingresso di nuovi protagonisti, tra cui Banco BPM, che ha acquisito una quota del 5% (dichiarando di non voler superare il 10%), e Anima Holding, salita al 9%. Altri nuovi azionisti di rilievo includono Francesco Caltagirone e Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, entrambi con una partecipazione del 3,5%.

Questo nuovo collocamento ha permesso al Tesoro di incassare oltre un miliardo di euro, consolidando la posizione della banca e rafforzando la fiducia degli investitori. Sull’argomento, SoldiExpert SCF, una delle principali realtà nel campo della consulenza finanziaria indipendente in Italia, ha pubblicato un’analisi dettagliata. Ecco, di seguito, i punti salienti.

Performance finanziaria di MPS: bilanci in netto miglioramento

I risultati dei primi nove mesi del 2024 di MPS, come sottolinea il report di SoldiExpert SCF, evidenziano un significativo miglioramento delle performance finanziarie, con un utile netto che ha raggiunto quasi 1,57 miliardi di euro, superando le previsioni degli analisti. Questo dato rappresenta una crescita del 68% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Grazie al positivo andamento dei margini di interesse e delle commissioni, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha confermato le previsioni di utile pre-tasse per MPS nel 2024, stimandolo in un intervallo compreso tra 1,3 e 1,4 miliardi di euro, con un leggero miglioramento rispetto alle stime comunicate nel trimestre precedente.

Anche i ricavi hanno mostrato una performance significativa, superando i 3 miliardi di euro e registrando un incremento di oltre l’8%. Questo risultato è stato trainato principalmente dalla crescita delle commissioni della divisione Wealth Management e Advisory, che ha segnato un aumento di quasi il 20%.

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Rimangono invece sotto osservazione gli importi destinati alla copertura dei crediti in sofferenza, delle inadempienze probabili e dei finanziamenti deteriorati giunti a scadenza.

MPS: azioni in forte crescita negli ultimi 24 mesi

Negli ultimi 24 mesi, le azioni MPS hanno registrato una performance straordinariamente positiva, nonostante una perdita storica del 99,9% del loro valore rispetto al passato. Dal novembre 2022 a oggi, le quotazioni hanno più che triplicato il loro valore, passando da circa 1,6 euro ai quasi 6 euro in questi ultimi giorni.

Tutt’oggi, il titolo continua a riflettere il clima positivo di cui gode l’istituto. Resta da capire se il Tesoro deciderà di ultimare il collocamento, dopo le tre operazioni effettuate nel novembre 2023, nel marzo 2024 e l’ultima poche settimane fa.

Al momento, lo Stato detiene poco più del 11,5% del capitale della banca, e molti osservatori ritengono che, ai prezzi attuali, potrebbe essere un buon momento per completare la privatizzazione.

L’evoluzione della situazione dipenderà anche da eventuali ristrutturazioni nel settore bancario, di cui si discute da tempo, e dal contesto creato dall’OPA di Banco BPM sull’asset manager Anima, di cui deteneva poco più del 20% delle azioni.

Una breve panoramica sulle azioni MPS

L’azione MPS, come ricorda SoldiExpert SCF nell’analisi, fu quotata in Borsa nel 1999, registrando un’enorme domanda, dieci volte superiore alla quantità di azioni disponibili per il collocamento. Negli anni Novanta, la banca era il quarto istituto di credito italiano per raccolta e uno dei titoli bancari con maggiore capitalizzazione.

Verso la fine del decennio, la banca senese acquisì Banca del Salento, successivamente rinominata Banca 121. Le competenze dell’istituto pugliese nel settore dei derivati portarono allo sviluppo di prodotti innovativi come “4you” e “myway”, che però vennero collocati in modo inappropriato presso i piccoli risparmiatori.

Questi strumenti, di fatto prestiti a leva, consentivano ai sottoscrittori di prendere a prestito capitali da investire in Borsa, spesso in azioni delle aziende dot.com, allora molto richieste. Tuttavia, con lo scoppio della bolla internet, persero completamente il loro valore, costringendo la banca, su pressione delle autorità, a risarcire i risparmiatori coinvolti.

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L’azione MPS e l’acquisizione di Antonveneta: un passo controverso

Le ambizioni espansionistiche di MPS, come evidenziato dall’analisi di SoldiExpert SCF, culminarono nel novembre 2007 con l’acquisizione di Antonveneta Banca, pagata 9 miliardi di euro al Banco Santander.

A questa cifra si aggiunsero ulteriori 7,5 miliardi di euro di debiti che la banca veneta aveva nei confronti di ABN Amro. Per sostenere l’enorme impegno finanziario, MPS avviò un aumento di capitale pari a 9,5 miliardi di euro, una cifra imponente.

Tuttavia, le difficoltà non erano finite: l’anno successivo il fallimento di Lehman Brothers avrebbe innescato una crisi che sconvolse l’intero sistema finanziario globale.

L’ingresso del Tesoro nel capitale di MPS nel 2017

Durante la grande crisi finanziaria globale, le perdite di MPS raggiunsero livelli insostenibili, rendendo necessario l’intervento dello Stato. Inizialmente, furono emessi i Tremonti bond e successivamente i Monti bond, strumenti finanziari convertibili che segnarono il primo ingresso del Tesoro nel capitale della banca, con una quota del 4% nel 2015.

La partecipazione dello Stato crebbe ulteriormente fino a raggiungere il 70% nel 2017, quando il Tesoro sottoscrisse 6 miliardi di euro su un aumento di capitale complessivo di 8,8 miliardi di euro, diventando così il principale azionista dell’istituto.

Il tracollo di MPS fu principalmente causato dall’emersione nei bilanci di enormi quantità di crediti deteriorati, per importi miliardari. Questi “crediti marci” hanno rappresentato una problematica strutturale che, nonostante gli interventi, rimane ancora parzialmente irrisolta.

Azione MPS: lo scandalo diamanti

Nel 2019 si aggiunse un ulteriore capitolo controverso nella storia di MPS con l’esplosione dello scandalo diamanti, che coinvolse cinque istituti di credito italiani.

Secondo le ricostruzioni, tra il 2012 e il 2016 i diamanti venduti ai clienti risultarono autentici, ma con quotazioni artificialmente gonfiate tramite informazioni fuorvianti pubblicate sui giornali.

La vicenda attirò grande attenzione, compresa quella di SoldiExpert SCF, che seguì approfonditamente il caso fino al suo epilogo paradossale: la sospensione e il successivo licenziamento di un funzionario di Bankitalia, proprio colui che aveva portato alla luce la truffa.

Le considerazioni finali di SoldiExpert SCF sull’azione MPS

È facile comprendere, dunque, come la detenzione di azioni MPS o l’intenzione di acquistarle richieda una valutazione accurata, così come ogni investimento in titoli di aziende o banche italiane.

Nel caso di MPS, il salvataggio e l’intervento statale a tutela dei correntisti non hanno infatti garantito la protezione dei piccoli azionisti, che hanno visto quasi azzerarsi il valore dei loro investimenti. Nell’ultimo decennio, nonostante il recente rialzo, il titolo MPS ha perso oltre il 99% del suo valore, anche a causa di aumenti di capitale fortemente diluitivi.

È fondamentale, del resto, distinguere tra la sicurezza dei depositi bancari e la redditività di un titolo azionario. La costruzione di un portafoglio di investimento e la scelta delle sue componenti non possono essere affidate all’istinto o al caso. Attualmente, MPS ha ormai avviato un percorso di risanamento, anche se permangono molte incognite e numerosi passi ancora da compiere.

In questo contesto SoldiExpert SCF si pone come un vero e proprio punto di riferimento. Grazie a oltre 20 anni di esperienza, la Società di Consulenza Finanziaria Indipendente offre supporto professionale per la costruzione e la ristrutturazione di portafogli, fornendo indicazioni chiare su strategie di acquisto, vendita e gestione di posizioni già esistenti, inclusi titoli come MPS.

L’approccio adottato, privo di conflitti di interesse, e gli aggiornamenti regolari, assicurano una gestione consapevole e orientata alle esigenze degli investitori.


Informazioni su SoldiExpert SCF

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Questo contributo è stato realizzato con SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, fee only) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.

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