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Al via FTC-Filiera Toscana della Calzatura, nuovo polo di terzisti. Lo lancia Michele Paris, supportato con 30 mln euro da Azimut Libera Impresa sgr e illimity sgr


L’imprenditore Michele Paris, supportato da Azimut libera impresa sgr (ALI), illimity sgr e altri investitori, ha lanciato FTC (Filiera Toscana della Calzatura) spa, piattaforma di aggregazione di terzisti di componenti finiti del settore calzaturiero di lusso. L’operazione, promossa da Paris attraverso la sua holding P4 spa, è partita con l’acquisizione di quattro imprese in Toscana, che realizzano complessivamente un giro d’affari di circa 30 milioni di euro. Si tratta di Iannelli srl, produttore di solette principalmente per il segmento elegante donna con tacco alto; Danimarc srl, produttore di suole stampate in TPU per le sneaker; Apam spa International, produttore di suole costruite sia per la calzatura formale da uomo che per le sneaker di fascia alta; e Fagiolini srl, lavorazioni speciali delle pelli usate per tomaie e pelletteria. Tutte società che lavorano per Gucci, Valentino e tutto il mondo di Kering, Prada, Hermès e Chanel (si veda qui il comunicato stampa).

Paris non è nuovo a operazioni di questo tipo. E’ infatti stato il cofondatore di Ambria Holding srl al fianco di Matteo Marzotto, veicolo che nel 2021 ha acquisito due aziende toscane specializzate nella produzione di materie prime per il segmento lusso (si veda altro articolo di BeBeez), poi fuso nell’aprile 2022 con la XPP Seven di Xenon Private Equity, a sua volta società che aveva già in portafoglio aziende specializzate nella lavorazione della pelle (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova realtà, polo di aggregazione industriale che riunisce eccellenze della filiera made in Italy, attive nel segmento finiture e materiali per prodotti di lusso, è stata battezzata Minerva Hub e nel giugno 2022 è passata sotto il controllo della San Quirico delle famiglie Garrone e Mondini (si veda altro articolo di BeBeez), che hanno continuato la strategia di buy&build.

Tornando a FTC, i fondi Azimut ELTIF Private Equity – Ophelia e Azimut ELTIF – Private Equity Valsabbina, entrambi comparti della Sicaf lussemburghese Azimut ELTIF, gestita da Azimut Investments sa, con delega di gestione ad Azimut Libera Impresa sgr (si veda qui il Prospetto), hanno sottoscritto un aumento di capitale di FTC a valle del quale oggi, come riportato dalla visura camerale (disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), attraverso il veicolo ALI Ophelia 4 srl, possiedono circa il 30% del capitale, affiancati da illimity sgr che possiede una quota del 14,8%, da tre società fiduciarie e da altri investitori con quote minori. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera lo scorso venerdì, i fondi di Azimut e illimity hanno investito circa 30 milioni nell’operazione.

Le acquisizioni delle quattro società toscane sono state finanziate da un pool di banche tra cui Unicredit, in qualità di banca agente, Mandated Lead Arranger e Global Coordinator, e Intesa Sanpaolo, in qualità di Mandated Lead Arranger e Bookrunner.

Michele Paris è stato assistito da CDR TAX & LEGAL per le due diligence finanziarie, legali, giuslavoristiche e ambientali, per i contratti di finanziamento, di acquisizione e di strutturazione dell’operazione; da Ethica Group per m&a, equity raising e financing; da OC&C Strategy Consultants per la due diligence di business e il piano industriale; e da Studio DWF per i contratti di finanziamento. Azimut Libera Impresa ha condotto l’operazione con il proprio team composto da Pietro Muzio, Massimo Imperiali, Giacomo Nava e Andreas Nota, ed è stata assistita da Gatti Pavesi Bianchi Ludovici (advisor legale), Alvarez & Marsal (advisor contabile), Alma Led (advisor fiscale) e Lazzati Rizzi (strutturazione operazione).

Prerogativa del progetto è il mantenimento degli attuali proprietari a capo delle rispettive aziende, accompagnandoli nell’accrescimento delle proprie competenze manageriali con il supporto di Mario Zanini, ceo di FTC. FTC intende quindi promuovere una piattaforma specializzata nel mondo delle lavorazioni di materiali e della produzione di componenti finiti che possa diventare il polo manifatturiero di riferimento per i brand del lusso del settore delle calzature.

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Michele Paris ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del sostegno di Azimut Libera Impresa che consentirà a FTC di perseguire la propria missione di creazione di un polo industriale che rappresenti un One-Stop-Shop per i brand del lusso nel mondo della calzatura, facendo leva sulle competenze e le capacità straordinarie delle imprese artigiane del distretto calzaturiero toscano, rafforzate da un’organizzazione capace di rispondere alle esigenze dei clienti in termini di servizio, disponibilità, tracciabilità, sostenibilità e reattività, ma che non prescinde dalle competenze sviluppate nell’arco di diverse generazioni dagli imprenditori artigiani che hanno deciso e decideranno di sposare il nostro progetto preservando la loro autonomia gestionale. Mi accomuna ad ALI l’interesse a tutelale e valorizzare le eccellenze imprenditoriali italiane, in questo caso le realtà calzaturiere del territorio toscano”.

Marco Belletti, amministratore delegato di Azimut Libera Impresa, ha commentato: “Rilanciare le filiere produttive in Italia significa recuperare l’anima stessa del nostro Paese, un patrimonio di saperi e tradizioni che hanno reso il Made in Italy un simbolo di eccellenza nel mondo. È necessario valorizzare mestieri e competenze che rischiano di scomparire, ridando centralità a settori come l’artigianato, l’agroalimentare e il manifatturiero, che rappresentano non solo la nostra storia, ma anche il nostro futuro. Investire in queste attività significa creare opportunità di lavoro concrete, soprattutto per le nuove generazioni, e ridurre il divario sociale in un contesto economico sempre più complesso. Solo riscoprendo il valore delle nostre radici produttive possiamo affrontare le sfide globali, promuovendo innovazione e sostenibilità, ma senza mai perdere l’identità che ci rende unici. Si parla spesso di Intelligenza Artificiale ma ritengo che la missione di investitori istituzionali che, come Azimut hanno forti radici sul territorio italiano e che fanno dell’italianità un vanto, sia anche quella di preservare l’Intelligenza Artigianale che ha contribuito all’affermazione delle nostre competenze nel mondo”.



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